La la parola “fotografia” deriva dall’unione di due parole greche: φῶς (phôs) ossia “luce” e γραφή (graphè) ossia “grafia”. “scrivere con la luce” o meglio, potremmo dire, l’arte dello scrivere con la luce.
Ecco allora che in tempi come quelli attuali, in cui tutto scorre veloce, “la fotografia”, che per sua natura è una forma di comunicazione statica, priva di movimento e di parole, diviene sempre più importante quale supporto in grado di imprimere, di fissare sentimenti, emozioni e sensazioni nell’animo di chi la guarda, più di quanto non siano in grado di fare gli altri supporti della comunicazione umana.
La fotografia di autore è diretta, mentre la fotografia macro odontoiatrica è ripetibile per gli scopi scientifici e per gli standard dei protocolli a cui deve attenersi ma può divenire: "emozionale" cit. Prof.ssa Gianna Maria Nardi.
Un professionista del settore deve comprendere che un'immagine vale più di tante parole. È partecipazione attiva, coinvolgimento del paziente una forma di personalizzazione dove i ruoli si interfacciano.
Fotografare è un'esperienza molto personale, che ha un significato diverso per ognuno. Per alcuni la fotografia è solo un mezzo comodo per registrare i fatti salienti della vita; altri la usano come linguaggio figurato per raccontare una storia, come mezzo di informazione o di istruzione; altri ancora la considerano una forma d' arte che permette di esprimere quello che si pensa del mondo e della vita come scriveva il Feininger Andreas il:" Vedere fotograficamente ".