Oggi l’Immunologia classica non può non tener conto della Psico-Neuro-Immunologia per conoscere e prevenire le malattie infiammatorie croniche, spiega la Prof.ssa F. Ippoliti* che ha dato lo start al Corso di Alta Formazione coordinato dalla Prof.ssa G.M.Nardi** per l’a.a. 2018/19.
La Mente, come pensiero ed emozione, può essere negativamente condizionata da tutti quegli stimoli ambientali che generano il “Toxic-Stress” definito come un inquinante sociale a cui una persona può essere sottoposta per lunghi periodi senza possibilità di evitarlo. Per fare qualche esempio di insulti definiti stressor: mobbing lavorativo, inquinamento ambientale, traumi, violenze, errati stili di vita, cattiva alimentazione protratta nel tempo, sedentarietà, esposizione a patogeni.
L’Immunologia ci ha insegnato che le citochine, di natura proteica, modulano il sistema immunitario nel processo infiammatorio e che in fase acuta determinano una risposta fisiologica e necessaria. La biochimica dello stress, oggi, ha dimostrato che le stesse molecole, a causa di prolungata stimolazione stressogena “tossica”, hanno la capacità di influenzare il pensiero, le emozioni, quindi il comportamento, e produrre stati depressivi fino al suicidio, generati da un circolo vizioso dove i prodotti stessi del processo infiammatorio non solo, sostengono l’infiammazione cronica ma alterano la microglia cerebrale.
Lo stress “tossico” quindi provoca un carico cosiddetto allostatico all’intero organismo innescando un insieme di sintomi che delineano una vera e propria patologia stress-correlata causata da alterazione epigenetica.
I sintomi vanno da fame incontrollata di cibi grassi e zuccherini che determinano alla lunga insulino-resistenza con aumento del tessuto adiposo bianco viscerale e diminuzione della massa muscolare; disturbo dell’attenzione, ansia, sbalzi di umore, alterazione del sonno per alterazione del ritmo circadiano ormonale, astenia, apatia.
Tutto questo è causato dal perdurare di uno stato infiammatorio cronico dapprima latente che alimenta il processo stesso riducendo successivamente l’intero organismo in una condizione catatonica.
Si innescano in questo “malessere”, dipendenze, sindrome metabolica, ipertensione, patologie cardiache, iperglicemia ma anche depressione che induce a rimurginare e a rinforzare il ricordo stressogeno stesso nell’ippocampo posteriore.
La presenza di altri focolai infiammatori persistenti localizzati può peggiorare il quadro. Quindi si intuisce l’importanza della prevenzione e della cura di patologie infiammatorie come la parodontopatia associata a stili di vita attivi e positivi, sana alimentazione povera di zuccheri e un buon grado di resilienza per modulare le emozioni, se, come cita Raamsdonk (2018), “la senescenza è negoziabile nell’età adulta”.
*MD, PhD, Professore Associato
e Primario di Immunologia,
docente di Psiconeuroimmunologia ed Immunometabolismo -
Sapienza Università di Roma.
** Direttore CAF “Health Sciences and Oral Hygiene The Lifestyle
Medicine” Sapienza, Università di Roma